UBEREATS CHIUDE IN ITALIA: che fare?

Se utilizzi il servizio di delivery di UberEats avrai sentito sicuramente la novità: UberEats chiude in Italia il 15 luglio di quest’anno. Perché UberEats sta chiudendo? Come correre ai ripari? Quali le soluzioni alternative?

Le risposte nell’articolo del mese.


Perché chiude UberEats

Alla base della scelta della piattaforma delivery UberEats di chiudere sembra esserci un problema legato ai guadagni.

Si è infatti parlato nel comunicato ufficiale di una “crescita non in linea con le aspettative”, nonostante il servizio sia presente in 60 città italiane di medie-grandi dimensioni. Riprendendo le parole di Manuele di Mattia, responsabile di comunicazione di UberEats Italia:

“In questi anni, purtroppo, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Ecco perché oggi siamo tristi di annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l’app Uber Eats.

[…]

In questi sette anni migliaia di corrieri e delivery partner hanno avuto la possibilità di guadagnare attraverso la nostra app in modo facile e immediato”.

L’obiettivo sembrerebbe essere quello di concentrarsi su mercati europei più proficui come Spagna, Germania e Gran Bretagna, rimanendo (almeno per ora) in Italia solo per i trasporti.

Il motivo principale sembrerebbe essere che i costi di pagamento dei rider superasse i ricavi delle consegne e che quindi si sia dovuto decidere per la chiusura dell’app.

Ma sarà davvero questo il motivo di chiusura dell’app in Italia?

L’azienda è stata spesso sotto il mirino per sfruttamento dei rider dipendenti, sia da un punto di vista di compenso, che da un punto di vista dei diritti dei lavoratori. Nel 2021, per dirne una, ha dovuto addirittura pagare danni di risarcimento ai suoi lavoratori: 10.000€ a 44 di loro e altri 5.000€ ad altri 100.

E ora, con la chiusura dell’azienda, la situazione non è affatto diversa. Nel prossimo capitolo spiegato il perché.


Quando chiude UberEats

E quindi è ufficiale: il 15 luglio UberEats smetterà di esistere in Italia e inizierà per i suoi 8 mila rider la corsa al ricollocamento.

Slang usb, ilSindacato dei Lavoratori autonomi di Nuova Generazione, lamenta un preavviso praticamente inesistente e un licenziamento in tronco tramite email di tutti i dipendenti dell’azienda.

“Con l’annuncio della chiusura di Uber Eats, il 15 luglio arriva l’ennesimo e finale colpo ai diritti e alla dignità dei lavoratori rider” sostengono i sindacati.

La battaglia al miglioramento delle condizioni di lavoro dei rider sembrava aver toccato un punto di svolta grazie alla nuova regolamentazione che stava arrivando a seguito della decisione del Consiglio Europeo.

Che sia forse anche questo un motivo per il quale UberEats non riusciva più a vedere una possibile crescita “nel lungo periodo”?

In difesa dei rider e dei lavoratori a rischio licenziamento è scesa in campo anche la Cisl:

“La cessazione delle attività di Uber Eats in Italia richiede interventi immediati per tutelare tutti i lavoratori impegnati nelle attività di food delivery. All’impegno sindacale per riconoscere agli occupati subordinati cassa integrazione straordinaria e adeguati percorsi di ricollocazione, vanno anche affiancate soluzioni capaci di dare certezze a migliaia di persone inquadrate con rapporto autonomo, che altrimenti rischiano di piombare a reddito zero.”

Insomma, un luglio bello caldo per i rider, non solo per le temperature.


Cosa fare per te che usavi UberEats?

Se come proprietario di un’attività utilizzavi il servizio di food delivery di UberEats per aiutarti nel servizio di consegna a domicilio e/o per dare maggior risalto alla tua attività, devi correre ai ripari.

Quali sono le soluzioni alternative?

  1. Puoi affidarti ad altri servizi di delivery food come JustEat, Glovo, Deliveroo
  2. Oppure potresti…cambiare prospettiva!

Nel primo caso ti potrebbe essere utile gestire direttamente da un’unica schermata tutti gli ordini in entrata da chiamate e quelli in entrata da piattaforme delivery terze come quelle sopra nominate.

Grazie a software gestionali avanzati per la gestione del delivery, ottimizzerai i tempi di gestione dell’ordine, risparmiando ore e fatica grazie alla visualizzazione di tutti gli ordini dalla stessa schermata di cassa.

Nel caso in cui invece non volessi più essere dipendente dalle app esterne per il delivery (abbiamo già parlato di luci e ombre di questi servizi), perché non sviluppare la TUA soluzione personalizzata in base alle esigenze della tua attività?

Stiamo parlando per esempio di:

  • app e webapp personalizzata
  • PWA proprietaria
  • sito per il self-ordering

per dare alla tua attività tutto quello di cui hai bisogno senza affidarti (e dover pagare) servizi terzi.

Chiedici come il software gestionale Speedy può sostituirsi ai servizi esterni di delivery e semplificarti il lavoro di tutti i giorni INTERNAMENTE alla tua attività.

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